biografia

A cura di Sofia Piredda, 5^I Design del Liceo. 


Iglesias 1916: Foiso Fois nasce il 28 dicembre ad lglesias da Maria San Filippo dei duchi di Grotte, discendente da una nobile e antica famiglia siciliana stabilitasi in Sardegna al termine del secolo scorso, e da Salvatore Fois, divenuto direttore delle miniere Fiat nel Sulcis, a sua volta appartenente ad una famiglia di studiosi ed imprenditori. Il bisnonno del pittore, il cui cognome Foix, poi modificatosi nel più "isolano” Fois, palesa l'origine catalana, fu il primo ad impiantare un'industria conserviera per il tonno nell'Isola. 

Monte Amiata 1920: Il padre, ingegnere minerario, è chiamato come consulente nelle miniere del Monte Amiata in Toscana. Tale trasferimento lo sottrae alle persecuzioni dei fascisti isolani che non vedono di buon occhio la sua dichiarata militanza socialista. Ma anche a Firenze, messo sull'avviso da un amico, evita un'irruzione nella sua casa. In tale occasione Foiso, come preannunciando la sua futura passione, disegna delle sagome nere e minacciose sulla parete della cucina.

Sardegna 1923: La signora Fois con i suoi tre figli, Foiso. Ninì e Nuccia, che morirà prematuramente, fa ritorno in Sardegna, dove si ricongiunge al marito che aveva trovato rifugio nell'isola dopo la fuga da Firenze. Nasceranno in seguito altri due figli, Dina e lser. E’ questo un periodo particolarmente difficile durante il quale il padre, privato del lavoro a causa del rifiuto di prendere la tessera del partito fascista, è costretto a mantenere la famiglia con occupazioni precarie. 

Cagliari 1924: All'età di otto anni viene iscritto alle scuole elementari di Santa Caterina in Castello e, nonostante il ritardo, riesce velocemente a porsi in regola con il corso di studi.

Cagliari 1938: Si diploma all'Istituto Tecnico Agrario, seguendo la volontà del padre che aveva orientato i propri figli verso gli studi tecnici che, a suo avviso, garantivano una sicura occupazione.

Genova 1939: Si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio a Genova. Rimasto senza alloggio in seguito ai violenti bombardamenti cui il capoluogo ligure è sottoposto, si trasferisce a Firenze, dove suo fratello Ninì è ufficiale, ed entra in contatto con l'ambiente artistico locale.

Lungarni Pisa 1942: Nel mese di giugno consegue la laurea, ma non eserciterà mai alcuna attività attinente a tale titolo di studio. Il suo studio-abitazione è situato nella pensione Bertolini sui lungarni, menzionata da Curzio Malaparte nella prima stesura de La Pelle.

Biella 1943: A causa della deportazione in Polonia del fratello Nini, nel tentativo di conoscerne lo stato di salute e la destinazione, 1'8 settembre lascia Firenze. Raggiunge la moglie di questo nel biellese e vi si stabilisce, guadagnandosi da vivere con l'insegnamento. Entra a far parte delle brigate partigiane con il ruolo di staffetta che gli permette di rimanere coerente ai suoi principi di non violenza.

Biella 1944: Tiene la prima personale a Biella dove espone venti acquerelli eseguiti durante le sue “escursioni” sulle montagne, che sono ben accolti dal pubblico locale. Don Vernetti, un prete partigiano, così lo presenta: “Foiso Fois, sardo, ospite per ragioni di sfollamento, è pittore lirico. Non poeta di ottave e nemmeno di endecasillabi..., poeta di ritmi istintivi”(il Biellese, 7 luglio). In questa occasione conosce il professor Luigi Boffa Tarlatta, docente di figura all'Accademia Albertina di Torino che diverrà suo maestro,dando una disciplina a quanto caoticamente egli aveva appreso da autodidatta. Nell'inverno dello stesso anno viene arrestato dalle squadre naziste che lo detengono per dieci giorni, lasciandolo libero solo in seguito ad uno scambio con un ufficiale tedesco prigioniero dei partigiani.

Piemonte 1946: 1l 4 luglio si sposa con Carla Ravetti, sorella di sua cognata Enza, conosciuta al suo arrivo in Piemonte e alla quale, sin da principio, lo accomunarono gli ideali antifascisti e l'impegno nella lotta partigiana.

Torino 1947: Si diploma alla Reale Accademia Albertina di Torino. Nel mese di settembre lo scrittore Salvatore Cambosu presenta a Cagliari la prima personale sarda di Foiso Fois, alla Galleria Della Maria, uno spazio espositivo a cui l'artista resterà fedele anche in seguito. La mostra suscita molto interesse; La critica, su varie testate quali l'Avanti, Il Solco, L'Informatore del Lunedì, ne loda le novità tematiche formali, nonostante la sua pittura sia ancora fortemente legata all'eredità manierista del maestro. Viene accostato a grandi nomi, quali Van Gogh e Morandi, con una certa confusione di stili. Il critico Vittorino Fiori, in un articolo su L'Informatore del Lunedì del 6 ottobre, scrive: “Foiso Fois, isolato per formazione intellettuale dai modi tradizionali della pittura regionalistica, combatte in se stesso i richiami alla tradizione. Soffoca le compostezze di disegno in luminose ribellioni coloristiche, ma dalla mano gli risale nelle linee ortodosse... quella solida struttura figurativa che ritrova nel nudo i motivi di un impegno schivo da tutte le deviazioni intellettualistiche”. Nasce, a Biella, la figlia Barbara.

Biella 1948: Viene allestita una personale presso la Saletta dell'Orso a Biella. Sui giornali locali si dà particolare risalto a due opere: Battaglia e Crocifissione, che sembrano contenere elementi di novità rispetto alla produzione precedente e prefigurarne il successivo sviluppo. Partecipa al Premio Nazionale di Pittura e Scultura "Città di Milano". Torna in Sardegna e si stabilisce a Cagliari.

Sardegna 1949: Riespone, in febbraio, alla Galleria Della Maria con una personale presentata dal poeta e pittore Paolo Luigi Marchetti. Lo scopo è quello di provocare, nell'ambiente artistico isolano, troppo statico e monocorde, una reazione polemica rispetto alla sua posizione estetica. Tale finalità è facilmente raggiunta sin dalla presentazione della vernice, durante la quale i rappresentanti delle principali linee stilistiche locali si schierano nettamente in campo. Il dibattito prosegue sulle pagine dei giornali e alcuni di questi invitano gli intellettuali ed i comuni cittadini ad esprimersi. Fra coloro che intervengono vi sono Sebastiano Dessanay e Armando Congiu. Il primo, sostanzialmente favorevole alla posizione espressa dall'artista, scrive: “... questa mostra, mentre rappresenta da un lato la ricerca e la conquista di nuovi mezzi espressivi, da un altro lato vuole essere per i pittori passatisti di Sardegna, uno stimolo che li sproni a guardare con occhi nuovi nel fondo della loro coscienza di artisti e li inviti a riesaminare criticamente tutta la loro produzione passata e presente” (L'Unità, 23 febbraio). “Essere rivoluzionari in arte come nella vita, afferma invece Armando Congiu, non è opporsi al vecchio usando i medesimi strumenti a diversi fini, essere rivoluzionari nell'arte significa creare nuovi strumenti” (L'Unità, 18 febbraio). Pertanto, a suo avviso, è necessario che Foiso non si appaghi nella semplice negazione del passato e di coloro che forzatamente lo tengono in vita, ma che sviluppi nuovi mezzi espressivi capaci di interpretare la realtà. La discussione si estese e coinvolse gli intellettuali isolani in un vivace e salutare scambio di idee. Il risultato fu che Foiso venne da allora considerato, con conclusione decisamente avventata, un baluardo della pittura avanguardista in Sardegna. Nell'agosto dello stesso anno si svolge a Venezia, presso l'Opera Bevilacqua La Masa, la Mostra d'Arte Moderna della Sardegna, patrocinata dalla neonata Regione Autonoma Sarda. La mostra, che unisce una sezione d'arte preistorica ad una rappresentativa dell'arte contemporanea nell'Isola, risveglia un grande interesse. Elio Zorzi, sul corriere della Sera del 9 agosto scrive: “il fatto più stupefacente è questo: che le sculture di duemilacinquecento e cinquemila anni or sono ci sembrano vicine per ardimento di sintesi, per sommaria essenzialità di caratteri espressivi, per una cert'aria di famiglia ai pittori che anche in Sardegna hanno sentito l'impulso dei modernismi, dei picassiani, sicché, lungi dall'avvertire quel vuoto di millenni, sembra che almeno una pattuglia tra i pittori sardi d'oggi segni una linea estetica non lontana dai remoti antenati: Mauro Manca, Foiso Fois, Dessy, Spada ed altri pochi”. Renato Papi su La Nuova Sardegna del 9 settembre parla di Carlo Contini e Foiso Fois come delle vere rivelazioni dell'esposizione veneziana e avvicina quest'ultima a Matisse rilevando che l'opera Il terrapieno presenta una linearità e una festosità di colori che richiamano il più celebre maestro. Si apre a Siena, nel mese di Agosto il “Premio Siena” Concorso Nazionale di Pittura al quale Foiso invia il grande acquerello Battaglia. Costituisce l'associazione culturale Ugo Foscolo che, a causa delle resistenze incontrate nell'ambiente Intellettuale istituzionale, ha una breve durata.

Cagliari 1950: Presenta Il disegnatore, Sibilla Aleramo. Carla e I pescatori della Mostra dell'Arte Moderna in Sardegna, allestita a Cagliari al Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Universitaria: Decorazione, teiera bleu e Il terrapieno, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.

Sardegna 1951: È questo un anno particolarmente intenso nel quale partecipa a numerose esposizioni in Sardegna e fuori. Fra le collettive più importanti vi sono il Premio Suzzara, a cui sarà presente anche l'anno successivo, la I Biennale Internazionale d'Arte Marinara di Genova, il Premio Sassari, dove una sua opera è segnalata dalla giuria, e la mostra L'Arte contro la Barbarie, tenutasi a Biella in occasione del Congresso della Resistenza. L'inaugurazione di quest'ultima era stata vietata, nella sua edizione romana, dal questore della città, nonostante vi avessero aderito i nomi di maggior spicco dell'arte contemporanea italiana, da Mafai a Guttuso, da Corpora a Consagra. Nicola Tanda, in un articolo comparso il 13 settembre su Il Corriere dell'Isola, riguardo alla tela esposta al Premio Sassari, piuttosto polemicamente afferma: Il quadro di Foiso Fois, secondo lo schema tipico è un cartellone abbastanza intelligente per spunti pittorici e decorativi, ma che non riesce e non vuole superare questi limiti . Si tengono due personali, una a Cagliari, l'altra a Nuoro. La prima è allestita alla Galleria Della Maria, dove presenta Desiderio di terra e alcuni ritratti, fra cui quelli di Raffaello Delogu e Salvatore Cambosu. In occasione dell'esposizione nuorese è invitato a tenere una conferenza sul neorealismo e l’astrattismo nell'arte moderna, argomento sul quale tornerà più volte in diversi articoli e conversazioni culturali.

Roma 1952: Partecipa per la prima volta con l'opera Mondine alla Quadriennale Nazionale d'arte di Roma, giunta alla sua sesta edizione. È tra gli espositori della IV Mostra Regionale d'Arte con una xilografia e un olio di grandi dimensioni che ripropongono un tema per lui particolarmente affascinante: la mattanza. Il pittore Pietro Antonio Manca, in un articolo riassuntivo della situazione artistica isolana, sottolinea come Foiso Fois abbia trovato “il modo di dare ordine e consistenza alle varie nobilissime ricerche di colore, esperienze quest'ultime che lo porteranno molto avanti nella comprensione della pittura contemporanea”(Il Tempo, 21 marea). Partecipa al convegno Gli Intellettuali ed il Mezzogiorno, organizzato, fra gli altri, anche da Renato Guttuso. Nasce, il 18 settembre, il figlio Corrado Alberto.

Roma 1953: Ripresenta la tela La mattanza alla mostra L'Arte nella Vita del Mezzogiorno d'Italia, che ha luogo a Roma. Nel suo insieme l'esposizione è giudicata negativamente dalla critica per lo scarso livello delle opere esposte, ma l'opera di Foiso viene notata e, su L'Unità del 21 marzo, al termine di un lungo articolo a firma di Corrado Maltese, si legge: “in particolare il grande quadro de La mattanza di Fois mostra come l'artista progredisca nel suo talento narrativo conservando la violenza coloristica che lo distingue”. All'esposizione collettiva a tema Festa di Popolo, tenutasi a Roma, invia una xilografia che ottiene il secondo premio ex aequo.

Cagliari 1954: Al Gabinetto delle Stampe di Cagliari oli, disegni ed incisioni presentano la produzione dei suoi ultimi quattro anni. Partecipa inoltre, con tre disegni, alla commemorazione regionale in occasione del cinquantesimo anniversario dello sciopero di Buggerru.

Sardegna 1955: È fra gli espositori dell'Exposition d'Art Contemporain Sarde a Bastia, completamente dedicata all'incisione, e fra quelli della mostra celebrativa svoltasi a Biella nel decennale della Resistenza, alla quale è presente con Sciopero “44 a Buggerru, Partigiano e Difesa della miniera. Invia cinque tele, tutte di notevoli dimensioni, alla VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma: Il mattatoio, Ritratto dl mio padre, Ritratto di Carla, Autoritratto e I figli dell'artista. La sua partecipazione alla Quadriennale romana non manca di destare polemiche, in quanto è l'unico artista residente in Sardegna a essere invitato. L'on. Pierina Falchi si fa portatrice di tale malumore inoltrando una protesta formale presso gli organizzatori della mostra. E presente per la prima volta al IX Premio Nazionale di Pittura “F. P. Michetti”, importante rassegna nazionale, che lo vedrà tra i partecipanti in alcune edizioni successive. Riceve dal Ministero degli Affari Esteri, in qualità di artista meritevole, una borsa di studio da utilizzare in Spagna allo scopo di perfezionare le sue ricerche sulla resa pittorica del paesaggio.

Torino 1956: Partecipa alla CXIII Esposizione Nazionale d'Arte Figurativa a Torino, alla Collettiva degli Incisori Sardi a Cagliari e alla Mostra dell'Incisione Italiana a Sassari. In questo stesso anno, con l'aiuto di Costantino Nivola, al quale fu sempre legato da un affettuoso rapporto d'amicizia, allestisce una personale di oli, disegni e xilografie alla Hill Gate Gallery di New York.

Torino 1957: Espone alcuni dei suoi dipinti più famosi nella sede dell'associazione Amici del Libro; tra questi figura Eleonora d'Arborea, realizzato per un trittico sull'autonomia, mai portato a compimento. Il personale ha un grande successo. Vittorino Fiori, nel presentare la mostra, sottolineando l'unicità della voce dell'artista, afferma: “Il suo è stato un lungo e solitario lavoro: ma per quanto si chiudesse in se stesso per darsi un linguaggio ed una poetica, non può dirsi davvero che si estraniasse con le correnti più vitali dell'arte europea” (L'Unione Sarda, 8 dicembre).

Milano 1958: A Milano espone una quindicina di tele ed alcune incisioni alla Galleria La Colonna. La presentazione è curata da Aligi Sassu, che individua nell'espressione pittorica dell'artista un “certo realismo”dettato dalla tessitura rigorosa e dalla larghezza d'impostazione delle masse e dei volumi che ne caratterizzano le opere. Il critico Leonardo Borghese, recensendo la mostra, pone l'accento sul fatto che: “.. quel che gli preme è anzitutto una chiara leggibilità e una precisa intenzione di vita”. Sostenere adesso, che riesca sempre a dare l'impressione di vita, sarebbe troppo incoraggiante... Tuttavia riconosciamo volentieri che nei suoi momenti di osservazione più efficace e più intensa il pittore fa vedere assai bene qualità serie e gradevoli al momento stesso” (Corriere della Sera, 17 ottobre).

Basilica di San Saturnino 1959-'60: Si svolge in primavera, a Cagliari, alla basilica di San Saturno, la I Mostra Regionale delle Arti Figurative in Sardegna, organizzata dal Liceo Artistico dall'Assessorato alla Rinascita. Foiso vi invia due grandi tele: Ritratto di Liliana e Ritratto di Cilla che vengono segnalate dalla giuria e per le quali riceve il Premio acquisto SES. Presenta all'VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma le opere Allo specchio, Bosco di sughere e Pescatori in porto, che suscitano numerosi commenti. Marcello Venturoli, in una critica apparsa sul paese sera del 29-30 dicembre '59, ritiene Foiso degno di stare accanto agli artisti più affermati in campo nazionale, mentre Antonio Bandem sottolinea: “Se consideriamo la tematica di questo artista potremmo essere indotti a classificarlo come un realista tra i più impegnati. Ma Allo specchio, pur con tutto il suo rigorismo formale, ci rende dubbiosi, perché è avvertibile una necessità di mitizzare che esula dal contenutismo teoretico del realismo ortodosso" (Il Tempo, 20 marzo '60). E' nominato direttore del liceo Artistico cagliaritano fondato con l'architetto Guido Vascellari, incarico che svolgerà con grande passione per un decennio.

Cagliari 1961: Partecipa a diverse collettive: l'esposizione con il gruppo USAIBA a Cagliari, la Rassegna Contemporanea organizzata dall'AVIS, e l'VII concorso di Pittura “Premio Ramazzotti a Milano in occasione del quale gli viene conferita la Medaglia d'Oro.

Milano 1962: Inaugura. alla Galleria II Capitello, la personale Impressioni di un Viaggio in Italia, prima tappa della rassegna Appunti di Viaggio, costituita da disegni tracciati lungo i suoi itinerari nella penisola. Le esposizioni dell'anno sono: la IV Mostra Regionale d'Arte e la Mostra Nazionale d'Arte, organizzata dal liceo Artistico in cui espone Monti Sicani e Anagrafe, sulla quale si sofferma il critico Antonio Ciardi Dupré: “Opera modellata secondo il più classico espressionismo, deve essere osservata non tanto con intendimenti estetici, ma sibbene nell'insieme e nei particolari volutamente deformati...” (La Nuova Sardegna, 2 gennaio 1963).

Cagliari 1963: Personale agli Amici del Libro a Cagliari. In questo stesso anno partecipa, sempre nel capoluogo sardo, alla Mostra Nazionale di Incisioni e alla Mostra Nazionale della Montagna, per la quale ottiene il Premio acquisto ETFAS. Pubblica un meticoloso studio riguardante il castello dell'Acqua fredda di Siliqua nel quale ricostruisce fedelmente le piante della fortezza e una storia dei diversi proprietari avvicendatisi in essa.

Roma 1964: Secondo appuntamento con la rassegna Appunti di Viaggio, questa volta dedicata alle città europee, Mario Ciusa Romagna, recensendola, sottolinea: “Gli appunti odierni, dunque, sono decisi nella scrittura. Sono portati avanti per mezzo di rossi, verdi, bleu turgidi, con una nervosità rapida resa con grossi fregi diritti che egli riesce ad incidere pur con i pennarelli” (L'Unione Sarda, 2 ottobre). Diventa regolare la sua collaborazione con L'Unione Sarda, dove pubblica articoli a carattere storico, frutto di ricerche compiute sull'architettura spagnola, pisana e piemontese ed in generale sulle eredità lasciate dai popoli transitati in Sardegna. È una passione, questa, che Foiso coltiverà sino alla fine della sua vita, sempre con rinnovato interesse ed accresciuta competenza. Prosegue anche la sua attività di recensore di mostre. È, inoltre, fra i protagonisti di un animato dibattito, tendente a fare il punto della situazione artistica e culturale nell'Isola, promosso dal quotidiano cagliaritano. Gli altri partecipanti oltre al critico Mario Ciusa Romagna, in veste di moderatore, sono i docenti dell'ateneo di Cagliari, Corrado Maltese, Giovanni Lilliu ed Emidio De Felice, i pittori Gaetano Brundu e Tonino Casula. Numerosi gli argomenti toccati e le opinioni espresse, spesso divergenti, ma rivelatrici della complessità della realtà esaminata, come dei mezzi in grado di incidere su di essa.

Cagliari 1965: Verso la fine dell'anno si accende una vivace polemica che vede Foiso opporsi alla costituzione di un ipotizzato ente mostre, proposta avanzata dal Sindacato Nazionale degli Artisti, della sezione di Cagliari. Egli ritiene che una tale istituzione possa avere unicamente un valore assistenziale e pertanto sia deleteria peri giovani artisti. Di opinione diversa è, oltre al sindacato suddetto, il critico Mario Ciusa Romagna che, in risposta ad un articolo di Foiso comparso sulle pagine de L'Unione Sarda, dà il via ad un'ampia polemica che, fra lazzi ironici e attacchi diretti, si protrae sino all'inizio del nuovo anno. La pubblica diatriba ebbe l'effetto di far accantonare il progetto. Dedica alla sua città una personale dal titolo Cagliari come un'Autobiografia, che viene allestita presso la Galleria Il Capitello. Partecipa, inoltre, alla Mostra del Piccolo Formato.

Barcellona 1966: Dopo due anni ripropone al Capitello la personale Appunti di Viaggio, incentrata questa volta sui paesaggi spagnoli e sardi, eseguiti con pennarello diluito. In uno dei suoi articoli di tema storico (L'Unione Sarda, 7 luglio), Foiso avanza l'ipotesi che il misterioso Maestro di Castelsardo fosse il pittore maiorchino Martì Tomer, tesi che sviluppa successivamente in un saggio pubblicato postumo nell'Anuario de Estudios Medievales dell'Università di Barcellona e al quale non fece seguito nessun approfondimento.

Milano 1967: Espone al Pennellaccio opere raffiguranti animali, paesaggi e, fra i suoi soggetti più cari, una serie di girasoli. In novembre si inaugura una sua personale a Milano presso la Galleria 32. Il critico Dino Buzzati, sul Corriere della Sera del 14 novembre, annuncia nella rassegna delle mostre la personale di Foiso Fois, descrivendo così l'artista: "Pittore sardo, insegnante a Cagliari, vi invita laggiù, offrendo, con voce baritonale, affettuosa e molto intonata, fiori, bestiole e piante della sua terra. Possibili analogie: Van Gogh e Guttuso". Al V Premio Giornalismo del Sulcis Iglesiente riceve, dal Presidente della Repubblica, la Medaglia d'Oro per la saggistica.

Barcellona 1968: Partecipa per la prima volta al Salon de Mayo a Barcellona, giunto alla sua XII edizione, in occasione del quale predispone una personale alla Biblioteca Central, presentata da J. Ainaud de Lasarte, direttore dei Musei d'Arte. Questi, nella sua introduzione, evidenzia come la pittura di Foiso sia un raro caso di espressionismo in area mediterranea: "È ancora oggi normale associare l'espressionismo ai paesi germanici e ammettere, al massimo, la sua esistenza nel Mediterraneo nelle opere di chi - valgano come esempio Van Gogh e Matisse - venivano da zone settentrionali".

Cagliari 1969: Sostiene il progetto dello scultore Pinuccio Sciola di far divenire il paese di San Sperate un'opera d'arte quotidianamente abitata e vissuta e v'interviene personalmente realizzando un grande murale, raffigurante una capra.

Sardegna 1970: Inizia a dipingere la Storia di Sardegna, che verrà completata nel 1971 con la realizzazione di 8 teleri, raffiguranti diverse tappe delle vicende dell'Isola; l'unico personaggio rappresentato è il popolo colto in momenti di lavoro, di festa e di lotta.

Cagliari 1972: A Cagliari, presso la Galleria L'Incontro, il Rettore dell'Università, Alberto Boscolo, presenta una sua antologica. Dino Sanna, amico di vecchia data dell'artista, scrive in tale occasione un articolo nel quale traccia un profilo di Foiso individuandone le tappe fondamentali e offrendo una chiave di lettura di alcune immagini ricorrenti nella sua pittura: "La scelta della capra che Foiso rappresenta demoniaca, il ventre gonfio e le costole che premono sotto la pelle e incutono una miseria che diventa nello sguardo, aggressiva disperazione, appare singolarmente felice, universale al punto che altri paesi dell'area mediterranea - dove è stata esposta - ne hanno recepito immediatamente i significati. Dal '50 al '72 si è palesato... un altro elemento, complementare di quello rappresentato dalla capra: il girasole. Anche qui identificazione con il carattere isolano: un fiore, attraente, bello nella sua ansia solare, libero davanti all'astro che incalza col suo movimento, eppure con le bratte tese ad allontanare ogni attentato alla libertà"(Cagliari Express, 27 maggio). Pubblica articoli riguardanti chiese e castelli di origine aragonese.

Cagliari 1973-'75: Espone alla Galleria L'Incontro di Cagliari numerose tele appartenenti a diversi periodi della sua produzione, presentate da F. Francesconi. A Nuoro tiene una personale alla Galleria Mauri. In questo biennio pubblica una serie di articoli incentrati sulle chiese della Marmilla e del Campidano, di particolare interesse architettonico, e sulle sculture monumentali presenti nel cimitero di Bonaria. Viene nominato socio della Deputazione di Storia Patria della Sardegna e, tre anni dopo, Accademico Effettivo delle Arti dell'Incisione.

1976: Placido Cherchi presenta alla Galleria L'Incontro una personale interamente dedicata alla produzione incisoria di raso.

Cagliari 1977: Dipinge, pur nella sua dichiarata laicità, Il Cristodella parrocchia di San Pio X a Cagliari. Salvatore Naitza dedica all'opera 'sacra" di Foiso un commento su L'Unione Sarda del 16 ottobre, a conclusione del quale scrive: "Eppure, al di là di questa assenza di elementi descrittivi della tradizione, della mancanza di personaggi, oltre il Cristo e il Padre, al di là della pittura fusa in passaggi tra mezze tinte anziché costruita dalle note giustapposizioni cromatiche, al di là, infine, del complesso ed elaborato impianto spaziale, si conserva, entro una concentrazione drammatica particolarmente intensa, lo spirito epico e narrativo che ha sempre contraddistinto la pittura di Foiso, che in tal modo non contraddice la sua opera precedente ma, semmai, l'arricchisce".

Milano 1979-'83: Si tiene a Milano una sua personale al Palazzo dell'Arengario e a Cagliari alla Galleria La Bacheca. Il suo saggio riguardante le Torri spagnole e i forti piemontesi in Sardegna è presentato da Giancarlo Sorgia, docente di storia medievale dell'Università di Cagliari. Nell'82 espone alla Galleria Comunale del capoluogo sardo un'antologica che offre un'immagine effettivamente ampia e completa del suo cammino artistico e della quale il tratto saliente appare la coerenza e la continuità della ricerca espressiva. Partecipa alla Mostra Nazionale del Bianco e Nero a Foggia. In questo periodo, ricevuta la carica di Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica, incarico ricoperto tempo prima anche dal nonno Ignazio San Filippo, la sua attività pubblicistica spazia dai villaggi nuragici, all'arte fenicio-punica, ai menhirs.

Cagliari 1984: Durante la preparazione della mostra antologica intitolata Gli Anni Ottanta di Foiso Fois, è costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico. Ha già una certa familiarità con le sale operatorie avendo subìto l'asportazione di un rene molti anni prima ed essendosi sottoposto in seguito a continui controlli. Ma questo intervento lo prova duramente e, a causa di complicazioni pancreatiche, il suo fisico non regge più.

Muore a Cagliari il 21 febbraio.